Rinasce la “corintha machina“ della Misericordia

Mag 23, 2016arte, curiosità e tradizioni veneziane, sport, storia, turismo0 commenti

Nel settore nord-occidentale della città, nel sestiere di Cannaregio, si trova un edificio con mattoni a vista che per dimensioni e volumi è unico in città. Si tratta dell’antica Scuola Grande della Misericordia. Proprio in questi giorni Venezia festeggia la sua riapertura, a conclusione di un lungo restauro costato circa 9 milioni di euro per la sua completa ristrutturazione al fine di usufruirne come spazio multifunzionale in grado di ospitare eventi culturali e non, congressi e mostre.

Venezia, Scuola Grande della Misericordia

Venezia, Scuola Grande della Misericordia

 

Venezia, Scuola Grande della Misericordia

Venezia, Scuola Grande della Misericordia

Proviamo a ricostruire la sua storia, un po’ travagliata, fin dai suoi inizi. Non possiamo non partire dalla spiegazione della sua funzione originaria, in quanto Scuola Grande. A Venezia esistevano Scuole Grandi e Piccole, di devozione, di arti e mestieri e di comunità straniere, dato il carattere multietnico della città di mare. Sotto la protezione di un Santo si riunivano per scopi devozionali, per difendere interessi comuni, per reciproca assistenza e per opere di carità materiali e spirituali. Ad esempio tra le azioni caritatevoli svolte dai confratelli della nostra Scuola, oggetto d’analisi, vi era la donazione di 60 doti all’anno alle fanciulle bisognose, oltre alla liberazione nel giorno di Pasqua di ogni anno, dei carcerati rei di debiti non superiori ai 40 ducati. Tale associazionismo veneziano, laico, ha assicurato lungo tutto il corso della storia della Repubblica di San Marco, il buon funzionamento della macchina statale, favorendo il dialogo e la coesione sociale tra i diversi strati della popolazione.

L’edificio del quale ci stiamo occupando si costituisce quando i confratelli di questa Scuola, fondata già nel 1308, decidono di sostituire la loro vecchia sede, che sul finire del ‘400 risultava quasi inagibile, con una struttura di dimensioni maggiori e arricchita nel suo impianto architettonico. Vengono indetti due concorsi per la sua realizzazione, al secondo dei quali, indetto nel 1532, partecipa un architetto, che non ha ancora dimostrato a Venezia le sue doti artistiche, in quanto “foresto“, appena arrivato dopo esser fuggito dalla città di Roma in seguito al saccheggio del 1527 operato dalle truppe imperiali di Carlo V. Quell’architetto si chiamava Jacopo Sansovino, toscano d’origine ma romano d’elezione. Le sue intenzioni per la Misericordia, purtroppo rimaste incompiute, erano quelle d’introdurre in un luogo periferico della città, dove esistevano prevalentemente architetture di tono minore, elementi architettonici di ispirazione classica, tratti dai grandi monumenti di epoca imperiale presenti a Roma.

Il grande amico di Sansovino, l’Aretino, poeta e drammaturgo, presente pure lui a Venezia in quel periodo, conoscendo le intenzioni del suo amico, non mancherà di sottolineare la grandiosità del progetto definendolo una stupenda “corintha machina“ , proprio per la massiccia presenza di colonne definite al loro vertice da capitelli corinzi, pensate sia all’esterno che all’interno. Il progetto rimarrà incompiuto, a causa della difficile situazione economica della Scuola, e soprattutto per le divergenze di vedute tra l’architetto fiorentino e i confratelli. Sansovino progetterà il Salone monumentale al pianterreno, che verrà posto in essere solo in seguito alla sua scomparsa, avvenuta nel 1570. Il pianterreno è articolato in uno spazio suddiviso in 3 navate mediante la collocazione di 2 file di semicolonne corinzie binate poste su alti piedistalli. La Sala superiore, cosiddetta del Capitolo, luogo di riunione di tutti i confratelli, presenta una decorazione ad affresco attribuita alla Scuola di Paolo Veronese. Appare una galleria dei 12 Profeti Maggiori collocati entro finte architetture classiche tra finestra e finestra.

Venezia, Scuola Grande della Misericordia, dettaglio Sala pianterreno

Venezia, Scuola Grande della Misericordia, dettaglio Sala pianterreno

 

Venezia, Scuola Grande della Misericordia, dettaglio Sala capitolare

Venezia, Scuola Grande della Misericordia, dettaglio Sala capitolare

 

Venezia, Scuola Grande della Misericordia, dettaglio Profeta

Venezia, Scuola Grande della Misericordia, dettaglio Profeta

 

La storia della Scuola Grande della Misericordia si conclude con il tramonto della Repubblica Serenissima per l’arrivo in laguna delle truppe napoleoniche che provvederanno alla soppressione di tali istituzioni nonché al saccheggio delle notevoli opere d’arte presenti in esse.

Questo splendido “gigante di mattoni“ si trasformerà nel secondo dopoguerra in una palestra, e soprattutto sede prestigiosa della società di basket veneziana REYER, che visse al suo interno i suoi momenti belli e brutti fino alla fine degli anni ’70, quando era stato completato nei pressi dell’Arsenale il nuovo Palazzetto dello Sport. E non a caso Carlo D’Alpaos, autore di un documentario che ripercorre la storia della Reyer, ha definito la Scuola Grande della Misericordia “la palestra più bella del mondo”.

Per concludere… questi miracoli che vedono la fusione di importanti edifici storici con la realtà quotidiana di tutti i giorni possono accadere solo grazie alla magia di Venezia.

Ornella Varisco
BestVeniceGuides
ornella.varisco@gmail.com

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