Vetro d’artista: dalle fornaci di Murano ai teleri del Rinascimento (e ritorno)

Giu 6, 2016arte, artigianato, pittura2 commenti

Nel 1578 Paolo Veronese dipingeva per la Scuola dei Mercanti a Cannaregio una Annunciazione, ora alle Gallerie dell’Accademia, in cui poneva accanto alla Vergine un elegante vaso in vetro.

Paolo Veronese, Annunciazione (dettaglio), 1578, Gallerie dell'Accademia, Venezia (da wikimedia commons: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Veronese,_annunciazione,_1578,_01.JPG)

Paolo Veronese, Annunciazione (dettaglio), 1578, Gallerie dell’Accademia, Venezia
(da wikimedia commons: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Veronese,_annunciazione,_1578,_01.JPG)

Nel 1921 Vittorio Zecchin, direttore artistico della ditta Venini, decideva di ricreare il vaso disegnato dal Veronese nella fornace di Murano: fu un tale successo che proprio quell’oggetto divenne il logo dell’azienda per molti anni. Il vaso Veronese viene prodotto ancora oggi in varie versioni: uno tra i miei preferiti è quello realizzato completamente in avventurina.

Nel 2012 il designer Cleto Munari ha lanciato il progetto “Aprés Veronese”, in cui ha chiesto a dodici tra artisti e architetti di reinterpretare in chiave moderna il celebre oggetto. Da Massimiliano Fuksas a Richard Meier, le creazioni di questi celebri designer hanno dato risultati spesso giocosi e inaspettati.

Venini, vaso Veronese, 1921 (dal sito di Venini: http://venini.com/it/art-glass/veronese-4/ )

Venini, vaso Veronese, 1921 (dal sito di Venini: http://venini.com/it/art-glass/veronese-4/ )

 

Cleto Munari con la sua reinterpretazione del vaso Veronese, 2012 (da Yourmurano: http://www.yourmurano.com/glassmagazine/it/2012/03/apres-veronese/ )

Cleto Munari con la sua reinterpretazione del vaso Veronese, 2012 (da Yourmurano: http://www.yourmurano.com/glassmagazine/it/2012/03/apres-veronese/ )

Questo è forse il caso più famoso di un oggetto in vetro che, immortalato sulla tela di uno dei maestri del Rinascimento veneziano, ha ripreso vita in una fornace muranese. Ci sono tuttavia altri esempi di questo fenomeno: passeggiando tra le sale delle Gallerie dell’Accademia possiamo divertirci a scoprire le forme che hanno ispirato, magari anche indirettamente, i moderni maestri vetrai.

In un’altra celeberrima tela del Veronese raffigurante il “Convito in Casa di Levi” (1573) notiamo un servo tenere in mano una bottiglia dal collo allungato: si tratta di una delle tante versioni della “inghistera” (termine derivante dal greco gastra=pancia e aggoz=vaso), immancabile nei banchetti dell’antichità fin dall’epoca romana. Accanto al volto di Gesù, invece, un altro servo vestito di giallo regge un calice dalla coppa larga e quasi piatta, un oggetto che ritroviamo spesso nelle scene conviviali di quest’epoca. Nel dipinto del Veronese la trasparenza di questi vetri assume un significato simbolico, ma nelle rivisitazioni contemporanee queste forme estremamente semplici vengono declinate nei toni più svariati, che ne accentuano la bellezza.

Paolo Veronese, Il Convito in Casa di Levi (dettaglio), 1573, Gallerie dell'Accademia, Venezia (da wikimedia commons: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Veronese,_Convito_in_casa_di_Levi,_1573,_07.JPG?uselang=it )

Paolo Veronese, Il Convito in Casa di Levi (dettaglio), 1573, Gallerie dell’Accademia, Venezia (da wikimedia commons: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Veronese,_Convito_in_casa_di_Levi,_1573,_07.JPG?uselang=it )

 

Paolo Veronese, Il Convito in Casa di Levi (dettaglio), 1573, Gallerie dell'Accademia, Venezia (da wikimedia commons: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Veronese,_Convito_in_casa_di_Levi,_1573,_07.JPG?uselang=it )

Paolo Veronese, Il Convito in Casa di Levi (dettaglio), 1573, Gallerie dell’Accademia, Venezia (da wikimedia commons: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Veronese,_Convito_in_casa_di_Levi,_1573,_07.JPG?uselang=it )

 

Coppa Charme, design Stefano Marcato per NasonMoretti, e bottiglia Morandi, design NasonMoretti (foto mia)

Coppa Charme, design Stefano Marcato per NasonMoretti, e bottiglia Morandi, design NasonMoretti (foto mia)

Passando dalle tavole imbandite alle stanze private, soffermiamoci a osservare le tavolette che Giovanni Bellini aveva dipinto come decorazione per un restello (mobile da toilette) quattrocentesco. L’allegoria della vanità è rappresentata da una donna che sorregge uno specchio circolare e convesso, in cui possiamo scorgere riflesso il volto di chi la sta guardando. Tali specchi erano molto diffusi all’epoca, come testimoniano altre opere coeve, primo fra tutti il celeberrimo Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck. I vanitosi di oggi potranno trovare specchi convessi dalle cornici fantasiose nella bottega Canestrelli, non lontano dal museo, dove vengono ancora realizzati completamente a mano.

Giovanni Bellini, Allegoria della Vanità, 1480-1500, Gallerie dell'Accademia, Venezia (da settemuse: http://www.settemuse.it/pittori_scultori_italiani/bellini/giovanni_bellini_016_4_allegorie_prudenza_e_menzogna_1490.jpg )

Giovanni Bellini, Allegoria della Vanità, 1480-1500, Gallerie dell’Accademia, Venezia (da settemuse: http://www.settemuse.it/pittori_scultori_italiani/bellini/giovanni_bellini_016_4_allegorie_prudenza_e_menzogna_1490.jpg )

 

Specchi convessi nella bottega Canestrelli (foto mia)

Specchi convessi nella bottega Canestrelli (foto mia)

Non possiamo dimenticare, infine, come il vetro faccia da protagonista a Venezia anche per quanto riguarda l’illuminazione. Mentre i maestosi lampadari che siamo abituati ad associare al nome dell’isola di Murano compaiono solo nel ‘600, nel medioevo e primo rinascimento era invece diffuso un tipo di lampada a sospensione, di origine medio orientale, denominata cesendello. Anche in questo caso possiamo ripercorrerne la storia partendo da un esemplare antico custodito al Museo del vetro, ammirarla sospesa alle volte dipinte nelle pale d’altare quattrocentesche, e ritrovarla infine passeggiando sotto i portici delle Procuratie di Piazza San Marco.

Manifattura veneziana, cesendello, sec. XV/XVI, Museo del Vetro, Murano (da catalogo musei civici: http://www.archiviodellacomunicazione.it/Sicap/lista/cosa:cesendello/?WEB=MuseiVE )

Manifattura veneziana, cesendello, sec. XV/XVI, Museo del Vetro, Murano (da catalogo musei civici: http://www.archiviodellacomunicazione.it/Sicap/lista/cosa:cesendello/?WEB=MuseiVE )

 

Cesendello in vetro ametista a bolle, Venezia, Procuratie Vecchie (foto mia)

Cesendello in vetro ametista a bolle, Venezia, Procuratie Vecchie (foto mia)

 

Vittore Carpaccio, Presentazione di Gesù al Tempio, 1510, Gallerie dell'Accademia, Venezia (da wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Vittore_Carpaccio )

Vittore Carpaccio, Presentazione di Gesù al Tempio, 1510, Gallerie dell’Accademia, Venezia (da wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Vittore_Carpaccio )

 

Gianni Berengo Gardin, Venezia, 1959 (da artribune: http://www.artribune.com/2013/02/berengo-gardin-quando-la-storia-di-uno-diventa-la-storia-di-tutti/portfolio-italia-italy-portfolio-2/ )

Gianni Berengo Gardin, Venezia, 1959 (da artribune: http://www.artribune.com/2013/02/berengo-gardin-quando-la-storia-di-uno-diventa-la-storia-di-tutti/portfolio-italia-italy-portfolio-2/ )

Dai teleri di Carpaccio alle fotografie di Gianni Berengo Gardin: cinque secoli di design made in Venice!

Questo tuttavia non è che un assaggio di ciò che si può scoprire nei preziosi dipinti del passato: dall’architettura ai tessuti, ogni dettaglio racconta molto di più di ciò che immaginiate, ma solo una BestVeniceGuide può aiutarvi a scoprirlo!

Erika Cornali
BestVeniceGuides
www.wheninvenice.com

2 Commenti

  1. Antonella Bellin

    Brava Erika mi è piaciuto tantissimo questo testo!
    Antonella Bellin

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  2. Maria Colombo

    Erika, stupendo! Ma quanto sei brava! Sono piena di ammirazione!

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