Il “pittoresco” a Venezia e la stratificazione urbanistica

Passeggiando per Venezia talvolta uno scorcio della città – una calle, una fondamenta, un campiello, un muro dall’alto del quale sbucano rigogliose le cime degli alberi di un giardino nascosto – ti colpisce per la particolare atmosfera che misteriosamente lo circonda.

Uno di questi posti incantati, che riesce sempre a darti la sensazione di essere al centro di uno scenario fiabesco, è il Campo della Maddalena.

Venezia, Campo della Maddalena

Venezia, Campo della Maddalena

Gli edifici che lo delimitano sono molto diversi tra loro: da un lato la facciata del Palazzo Magno, piuttosto asimmetrica, ma con un bel portale gotico con il rilievo di San Magno di Oderzo che regge una chiesa e il Vangelo, mentre ai suoi piedi due angeli sembrano quasi accennare ai movimenti di una danza esultante; dall’altro lato una schiera di case tipiche della edilizia minore di Venezia, di dimensioni e colori molto vari, impreziosite dai barbacani e dai molteplici camini cilindrici. Al centro, una vera da pozzo del primo Cinquecento aggiunge una nota di elegante armonia al campo sopraelevato.

Venezia, Campo della Maddalena, particolare di palazzo Magno

Venezia, Campo della Maddalena, particolare di palazzo Magno

 

Venezia, Campo della Maddalena, bassorilievo di San Magno

Venezia, Campo della Maddalena, bassorilievo di San Magno

 

Venezia, Campo della Maddalena, la vera da pozzo

Venezia, Campo della Maddalena, la vera da pozzo

L’ingresso del campo è dominato dalla chiesa neoclassica a pianta circolare di Santa Maria Maddalena, per la quale Tommaso Temanza si è ispirato al modello romano del Pantheon e che si inserisce in maniera armonica in uno scenario tanto diverso, quasi a costituire una grande quinta che pone in risalto la scena principale.

Venezia, Campo della Maddalena, la chiesa

Venezia, Campo della Maddalena, la chiesa

Ma se ci si sottrae per un momento alla magica atmosfera del luogo, viene naturale chiedersi come mai elementi architettonici e urbanistici così diversi per caratteristiche e datazione riescano a comporre un quadro così affascinante e “pittoresco”.

Anzitutto vanno sottolineate l’ingegnosità e l’eleganza con cui, in epoche diverse, i veneziani hanno saputo risolvere alcuni dei problemi derivanti dalla particolare natura del contesto naturale in cui la città è sorta. L’esigenza di ampliare gli spazi abitativi senza limitare la fruibilità del prezioso suolo pubblico è stata affrontata sorreggendo i piani superiori aggettanti con mensole in legno sagomate, i barbacani, che rimandano alla sofisticata sapienza costruttiva navale sviluppata nell’Arsenale. L’approvvigionamento di acqua potabile, che in una città insediata nelle isole della laguna doveva fare ricorso soprattutto alla raccolta dell’acqua piovana, ha portato alla messa a punto di specifiche tecniche di preservazione di tale indispensabile risorsa – quale, ad esempio, la sopraelevazione del campo della Maddalena, per impedire che l’alta marea giungesse a mischiarsi con l’acqua così accuratamente raccolta e filtrata – e al fiorire di numerose vere da pozzo, spesso veri punti focali dell’arredo urbano. Per proteggere il fitto tessuto abitativo dal pericolo degli incendi provocati dalle faville trasportate dal vento i numerosi camini hanno assunto forme e dimensioni efficaci dal punto di vista tecnico, ma insieme armoniose e fantastiche.

Infine, è probabile che i successivi interventi che nel corso dei secoli hanno innovato e modificato questo particolare contesto urbano siano stati saldamente guidati da quella particolare sensibilità scenografica che ha ispirato molte soluzioni architettoniche veneziane e che spesso ha consentito di comporre un apparente disordine in una gradevole e affascinante sistemazione urbanistica.

Bruna Caruso
BestVeniceGuides
bcaruso@libero.it

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