Antiche iscrizioni romane a Venezia
A Venezia – è ben noto – non ci sono né automobili né strade. Ci sono barche per il trasporto pubblico, che noi chiamiamo vaporetti, ma il vero mezzo per visitare la città sono i piedi.
L’andare a piedi giova sicuramente alla salute e offre un’altra preziosa opportunità, quella di sviluppare un vivo interesse per i dettagli.
La maggior parte dei turisti è inevitabilmente distratta dalla sequenza di ponti e canali, dalla quantità di cartelli turistici e indicazioni toponomastiche (i cosiddetti nizioletti), dai negozi di souvenir. Solo al visitatore più attento non sfuggiranno le centinaia di piccoli bassorilievi e iscrizioni inserite all’interno della muratura degli edifici.
Tra le iscrizioni più antiche possiamo inserire un certo numero di epigrafi in latino, che da sempre hanno costituito un enigma per storici e archeologi.
Già in epoca rinascimentale gli studiosi umanisti avevano identificato numerose iscrizioni in lingua latina; la maggior parte di esse sono state asportate e non sono più visibile in situ. In città i nuclei più consistenti di iscrizioni sono conservati presso il Museo Diocesano di Arte Sacra, il Seminario Patriarcale di Venezia, all’interno del complesso basilicale di S. Marco.
Poche ma significative iscrizioni sono tuttavia ancora visibili in città.
L’insolito itinerario che vi proponiamo si snoda attraverso i sestieri di San Marco e di Castello; i frammenti di epigrafe sono facilmente rintracciabili.
Ovviamente solo una visita guidata con una BestVeniceGuide vi permetterà di apprendere il significato di queste iscrizioni e vi svelerà dove si trovano altre epigrafi nascoste nella città.
Sestiere di San Marco, Campiello San Vidal
Alla base del campanile della Chiesa di S. Vidal è presente un grosso blocco in pietra di Aurisina recante un’iscrizione. L’elemento lapideo faceva parte di un monumento funebre di area dalmatica, datato alla fine del I sec. a.C.
Se ci si sposta ad osservare l’edificio a sinistra del campanile, si scoprirà che il piedritto di una delle finestre al piano terra è costituito da un elemento lapideo recante un’iscrizione, scoperta nel 2010.

Venezia, Iscrizioni romane, San Vidal

Venezia, Iscrizioni romane, San Vidal
Sestiere di San Marco, Riva del Ferro
Nell’androne d’ingresso a Palazzo Loredan, sede del Comune di Venezia, sono visibili il masso di granito e la colonna romana provenienti dalla tomba di Nazario Sauro a Pola; tali vestigia giunsero in città dopo la seconda guerra mondiale. La base della colonna reca un’iscrizione che ha permesso di classificare l’elemento come parte di un monumento funebre, datato al II sec. a.C.

Venezia, Iscrizioni romane, Palazzo Loredan

Venezia, Iscrizioni romane, Palazzo Loredan
Sestiere di Castello, Ponte dei Preti a Santa Maria Formosa
Scendendo il ponte in direzione di Campo S. Maria Formosa si può vedere, incastonato nell’angolo del palazzo contiguo, un elemento lapideo che reca su una faccia una decorazione floreale e sull’altra un’iscrizione funeraria romana.

Venezia, Iscrizioni romane, Ponte dei Preti

Venezia, Iscrizioni romane, Ponte dei Preti
Sestiere di Castello, Fondamenta de l’Anzolo
Dalla breve fondamenta dell’Anzolo si sale sull’omonimo ponte che funge da collegamento tra i sestieri di S. Marco e Castello. Verso est si osserva la facciata sul rio di Ca’ Soranzo dell’Angelo. A destra della porta d’acqua, così in basso da essere ormai quasi sempre sotto il livello della marea, è possibile scorgere un titulus sepolcrale romano.

Venezia, Iscrizioni romane, Palazzo Soranzo

Venezia, Iscrizioni romane, Palazzo Soranzo
Le epigrafi in lingua latina hanno sempre costituito un enigma per storici e archeologi, poiché suggerivano una possibile origine romana per questa città. Studi recenti hanno invece finalmente escluso questa ipotesi e hanno confermato che tali elementi lapidei provengono da differenti siti della terraferma, alcuni dei quali sono stati identificati.
Nel Medio Evo questi elementi in pietra avevano un certo valore economico, dal momento che venivano “importati” dalla terraferma; per questo motivo i blocchi con iscrizioni dovevano servire soprattutto a decorare gli edifici e raccontare una storia.
La storia che dovevano raccontare era quella di una città ricca e potente, la cui origine – anche se non proprio direttamente – era da ricollegare al mito di Roma e del suo Impero.
Grazie al lavoro di archeologi, storici ed archivisti oggi sappiamo che le origini di Venezia furono in realtà ben più umili: pazienza! Venezia se ne farà una ragione e continuerà a custodire le sue iscrizioni latine come gemme preziose destinate agli occhi dei più curiosi.
Matteo Gabbrielli
BestVeniceGuides
http://wheninvenice.com
Translations:
Italiano