I giardini di Venezia: il giardino di palazzo
“Sarà la bellezza che salverà il mondo” Dostoevskij
Cominciamo da Venezia e dai suoi giardini, una visita insolita!
In origine più orto che giardino, il giardino aveva la funzione di aiutare con ortaggi ed alberi da frutto la sopravvivenza e l’autonomia delle famiglie in caso di bisogno ed anche di eventuale assedio; però, a partire dal ‘300, era un orto botanico vero e proprio in cui i ricchi proprietari amavano coltivare piante rare cercate in viaggi lontani; Marco Polo ha aiutato anche da questo punto di vista per aver importato tra le mille altre cose l’aloe, la cannella, il rabarbaro ed il sandalo.
Pietro Antonio Michiel, nel XVI sec. aveva presso la sua casa veneziana un orto botanico d’eccezione a cui facevano riferimento per informazioni tutti gli specialisti dell’epoca. Non a caso sarà proprio Venezia, sollecitata dai suoi grandi ricercatori appassionati, ad aprire a Padova (allora parte dello Stato veneziano) il primo orto botanico universitario al mondo, tuttora esistente (detto allora Horto medicinale o Hortus Simplicium).
Un ulteriore cambiamento del giardino avviene, nel corso dell’ ‘800 quando, alla tradizionale impostazione formale ad aiuole geometriche di tradizione italiana, anche a Venezia si seguirà la moda inglese del giardino romantico, informale. Non più dunque il controllo dell’uomo sulla natura ma, almeno in apparenza, la manifestazione di una natura libera, “incontrollata”.
A Venezia si trasportano dunque piccole rocce, si accumula la sabbia per creare delle collinette collegate da ponticelli artificiali, si creano delle piccole rovine per sottolineare l’azione erosiva del tempo, si organizzano delle grotte e tutto quanto può favorire la sorpresa continua del visitatore cancellando dunque così il percorso centrale, l’organizzazione simmetrica e la visione d’insieme tradizionali. Ancor oggi sopravvivenze di quest’ultimo periodo romantico rimangono nel giardino Nani-Lucheschi e in quello di Palazzo Zenobio mentre il Giardino Rizzo Patarol presenta tutte queste caratteristiche in forma smagliante.
Nel corso dei secoli sono state riservate delle parti sempre più importanti ai fiori che oggi prevalgono su legumi, ortaggi e piante da medicamenti ed hanno trasformato anche l’area dell’orto antico esclusivamente in giardino. (E saranno proprio loro, i fiori a Venezia, l’oggetto di cui parlerò in uno dei miei prossimi post).
Segni della divisione permangono tuttavia in alcuni giardini ancora esistenti, anche se oggi non sono più abitati dalle originarie famiglie ormai estinte, come il Contarini dal Zaffo oppure il Morosini del giardin, ma sono gestiti da comunità religiose rispettivamente del Cottolengo e delle Domenicane.
Tutti questi giardini ed altri di cui non si è parlato non sono facilmente visibili, né facilmente visitabili, ma le visite guidate, sia pur subordinate ai permessi dei proprietari e se organizzate con anticipo sono possibili.
Ne vale certamente la pena… Vedere per credere!
Loredana Giacomini
BestVeniceGuides
loredanagiacomini@gmail.com