Venezia: antesignana delle zeppe
Fra il XV e il XVII secolo a Venezia diventano popolari delle pianelle con zeppe estremamente alte, conosciute con il nome di calcagnetti.
Si tratta di una sorta di pantofola che si distingue per il rialzo della suola; suola che sembra una sorta di trampolo e che, in alcune epoche, ha raggiunto la notevole altezza di 50-60 cm.

Calcagnetto e la sua altezza

Un paio di calcagnetti al Museo Correr in Venice
All’inizio la storia di questa scarpa deriva sicuramente dalla necessità di non sporcare i vestiti con il fango, ma a Venezia il suo uso si deve piuttosto ad una forma di ostentazione.
All’epoca in cui le singolari calzature si diffusero, Venezia era centro di commerci e di grandi ricchezze ed indossare queste scarpe era un modo per identificare il ceto sociale della proprietaria: tanto più alta era la zeppa, tanto più importante era la dama, perché era necessaria molta più stoffa per far arrivare la gonna fino a terra.

Le dame veneziane con i loro calcagnetti

Le dame veneziane con i loro calcagnetti

Un esempio di calcagnetti veneziani
Nonostante i calcagnetti fossero completamente nascosti dagli abiti, erano riccamente decorati. Solitamente si trattava di zeppe fatte di sughero o legno e rivestite con cuoio, broccati o velluti, talvolta tempestate di gioielli e spesso – anche se non era una regola fissa – si accompagnavano all’abito indossato dalla dama.

Calcagnetto in velluto e altre decorazioni
Sicuramente grazie a queste piattaforme le signore dell’epoca guadagnavano centimetri in altezza; Tommaso Garzoni nel 1585 afferma che in Piazza San Marco “… par di vedere nane convertite in gigantesse”.

Dame veneziane che indossano i calcagnetti
Ma non si può certo dire che si muovessero con grazia e leggiadria. Chi le indossava non aveva stabilità nell’andatura e difficilmente riusciva a camminare disinvoltamente da sola per le calli veneziane; per questo era necessario l’ausilio di uno o due servitori che sostenevano la dama. Venivano indossate con orgoglio nonostante gli sguardi e i risolini divertiti di molti forestieri.
Nel 1430 il Maggior Consiglio cercò di proibirle perché le cadute dai calcagnetti potevano provocare fratture ed aborti. Si passò quindi a limitarne l’altezza vertiginosa a 8 cm (quanto un moderno tacco medio/alto) ma tale norma venne disattesa, arrivando così ad indossare delle scarpe di 50 cm.

I calcagnetti decorati in madreperla
Sembra che i mariti fossero favorevoli all’uso di queste calzature poiché limitavano sia il rischio di uscire troppo frequentemente da casa, ma pare anche il rischio di tradimento quando i mercanti si trovavano fuori Venezia. Pare che anche il clero approvasse i calcagnetti perché limitavano i movimenti e scoraggiavano attività considerate peccaminose come la danza.
A Venezia ogni donna portava i calcagnetti, sia prostitute che nobili. Un esempio ne è la dogaressa Morosina Morosini che nel 1597 in occasione dell’elezione a doge del marito si presenta alla cerimonia con 145 dame, tutte indossando queste piattaforme.
La moda si diffuse anche fuori Venezia dove i calcagnetti venivano chiamati chopine e iniziarono a non essere più di moda nel XVII secolo.
Marta Gabassi
BestVeniceGuides
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