Il giardino Querini Stampalia di Carlo Scarpa: un simbolo di Venezia
Mag 27, 2019architettura, arte, giardini, palazzo, personaggi illustri, storia0 commenti
Direste mai che un giardino possa rappresentare Venezia nella sua più intima essenza? Probabilmente no, visto che il termine “giardino” non si associa di solito a questa città. Eppure, è proprio quello che Carlo Scarpa è riuscito a progettare nel museo Querini Stampalia tra il 1959 e il 1963.
I giardini veneziani sono spesso descritti come nascosti, segreti e misteriosi. Infatti, la maggior parte di essi non è visibile a chi esplora Venezia. Di oltre 500 giardini in città, soltanto 6 sono pubblici e facili da individuare. Gli altri si nascondono dietro alte mura e tutto quello che si riesce a vedere è dell’edera o glicine che, arrampicatisi fino in cima al muro, fa capolino e scende dal nostro lato.
Il giardino di Carlo Scarpa è anch’esso circondato da un muro di mattoni, tanto alto che quando ci si cammina attorno, si ha la sensazione di camminare intorno alle mura di un castello, impenetrabile. Ma se ci si sposta di fronte alla porta d’acqua del palazzo Querini Stampalia, si percepisce la presenza del giardino nel retro. Una piacevole scoperta. I nostri occhi devono sforzarsi di superare alcuni ostacoli, come i cancelli dal disegno geometrico in ferro battuto di fronte al canale e le porte in vetro trasparente, mezzo nascoste da blocchi in cemento che, come dei gradoni, collegano visivamente il canale con il pianterreno. Ma ecco che in fondo, a ricompensa per i nostri occhi curiosi, si intravvede il piccolo giardino, come uno smeraldo luccicante.

Il giardino Querini Stampalia appare nel retro del palazzo a Venezia
Questo motivo è molto veneziano. La struttura urbana di Venezia nasconde meraviglie, proprio come i giardini che si nascondono agli occhi dei viaggiatori distratti. Molto spesso a Venezia non si riesce a vedere dove si sta andando. Frustrante, a dir poco. Così facile è perdersi, ma il labirinto accresce la curiosità e permette il piacere della scoperta di una bellezza nascosta.
Quando si entra nel museo Querini Stampalia, si può visitare il giardino ed esplorare quindi ancor di più l’essenza di Venezia.
Carlo Scarpa creò il giardino come se fosse un grande vaso da fiori, circondato da un muro. Il muro in laterizio lo circonda su due lati e un muro in cemento, alto all’incirca un metro, su altri due lati. La sua funzione è di proteggere il terreno dalle alte maree, ma allo stesso tempo questo rieccheggia la natura artificiale e anfibia di Venezia, una città costruita su un terreno strappato alla melma lagunare.

Il giardino Querini Stampalia e il muro in laterizio che circonda il prato
Inutile dire che l’acqua gioca un ruolo di primo piano in questo giardino. Come nei giardini medio-orientali, ci sono due fontane sui due lati opposti dell’area verde. L’acqua non cessa di scorrere da un lato all’altro e il suo dolce mormorio aiuta la meditazione e ci regala il piacere di un attimo di sospensione. Un mormorio non troppo rumoroso, per non disturbare una conversazione intima e discreta.
L’acqua, però, nel giardino di Carlo Scarpa, è anche immobile. Scarpa ha progettato uno stagno dove l’acqua è limpida e cristallina, trasparente, il cui fondo brilla di luce. Accanto, invece, si trova un altro stagno, dove l’acqua si fa scura e le ninfee ci impediscono di percepirne la reale profondità.

Gli stagni del giardino Querini Stampalia progettati da Carlo Scarpa
Le due fontane sono raffinatissime. Fermatevi a guardarle, entrambe labirinti geometrici in metallo e pietra o in alabastro. In forme rettangolari o circolari. Amo quella in alabastro, la trovo così veneziana. Non equivocatemi, non c’è alabastro a Venezia, ma l’alabastro è un materiale che si forma grazie alle goccie dell’umidità, che formano le stalattiti. Pura metamorfosi. Oppure proprio come Venezia, una città di pietra sull’acqua. Se l’acqua forma l’alabastro, su questa fontana si vede l’acqua che acquisisce una forma labirintica mentre scorre nella fontana di alabastro.

La fontana in alabastro progettata da Carlo Scarpa per il giardino Querini Stampalia a Venezia
Il giardino ovviamente ospita delle piante. Un albero di ciliegio, una magnolia, un melograno, edera, gelsomino e proprio nell’acqua la pianta più simbolica, un papiro. Carlo Scarpa spiegò che questa pianta avrebbe evocato la biblioteca che generosamente il Conte Giovanni Querini Stampalia aveva donato alla sua città dopo la morte avvenuta nel 1869. E, di nuovo, tutto così veneziano. Il papiro ci ricorda l’Egitto, la terra con cui i veneziani anticamente avevano stabilito grandi relazioni commerciali e da dove proviene il corpo del patrono di Venezia, San Marco. Soprattutto, Venezia era la città di Aldo Manuzio, ed era la capitale dell’industria editoriale. Infine, si tratta di una città in cui la cultura era strettamente collegata alla natura, una città in una laguna.

Il papiro del giardino Querini Stampalia a Venezia
Così non ci sorprende di ritrovare proprio qui, nel giardino, reminescenze di opere d’arte. La vera da pozzo di una cisterna ci ricorda quanto difficile sia trovare l’acqua potabile a Venezia. Un leone gotico giace vicino, simbolo di Venezia. Un capitello in stile romano decora un lato del giardino circondato da un’atmosfera giapponese. Un tocco bizantino è poi dato dalle tessere di mosaico di Mario De Luigi, incastonate nel muro di cemento con la loro foglia d’oro e d’argento.

Le tessere di mosaico di Mario De Luigi nel giardino progettato da Carlo Scarpa per il palazzo Querini Stampalia
Quando nel 1959 Carlo Scarpa iniziò il suo intervento, questa parte del palazzo Querini Stampalia era dimenticata e trascurata. Ma i veneziani sanno bene come dalle paludi nascano gioielli, ammesso che l’uomo sappia essere rispettoso nei confronti della natura.
Luisella Romeo
BestVeniceGuides
www.seevenice.it
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