La manifattura veneziana di Geminiano Cozzi a Ca’ Rezzonico

Dic 9, 2019arte, artigianato, palazzo, storia0 commenti

La porcellana è una delle grandi protagoniste del Settecento, svelandone lo spirito ed il gusto elegante e raffinato.

Conosciamo le porcellane di Sevres, Limoges, Capodimonte, Nymphenburg, Villeroy & Boch, Rosenthal, Hutschenreuther, ma senza la porcellana di Meissen tutte le altre manifatture non avrebbero mai potuto esistere. Tutto iniziò con l’alchimista Böttger e la sua formula ‘segreta’ scoperta presso la corte sassone di Augusto il Forte (vedi www.bestveniceguides.it/2018/06/25/giovanni-vezzi-la-terza-manifattura-europea-di-porcellana-a-venezia-a-ca-rezzonico).

Accanto ai pezzi veneziani di Vezzi (descritti nel post qui sopra), al secondo piano nobile del museo di Ca’ Rezzonico sono esposti nella sala del Cembalo molti pezzi della seconda manifattura veneziana, quella di Geminiano Cozzi.

Il suo marchio era un’ancora rossa; i pezzi più preziosi avevano un’ancora ricoperta d’oro ed in casi molti rari blu.

Un’ancora: un marchio davvero perfetto per Venezia!

Marchio Cozzi: un’ancora rossa , Venezia, Ca’ Rezzonico

Geminiano Cozzi e la sua venuta a Venezia

Anche se alcuni documenti sono stati scoperti negli ultimi anni, poco si sa di Cozzi. Non ci è pervenuta neanche una sua immagine.

Cozzi era emiliano, nato a Modena nel 1728 (ricordò come il nome del padre Cozza venne modificato in Cozzi solo all’arrivo in laguna); raggiunse Venezia nel 1751 povero; aveva con sè solo abbigliamento estivo ed invernale e pochi risparmi, almeno così scrisse nel suo testamento nel 1797.

Il mercante sassone Nathaniel Friedrich Hewelcke e la moglie avevano aperto, dopo aver lasciato Meissen a causa della Guerra dei Sette Anni, una prima manifattura ad Udine e poi nel 1761 a Venezia, città che aveva concesso loro il privilegio ventennale di produrre “porcellana sassone di ogni specie”.

Si aggiunse come socio Geminiano Cozzi, titolare a Venezia di una fabbrica che produceva corallo.

La manifattura di porcellana fu chiusa, Cozzi se ne impossessò e terminata la Guerra dei Sette Anni, Hewelcke tornò in Sassonia. Non è chiaro cosa sia successo di preciso; forse l’intenzione di Cozzi era divenire l’unico proprietario, causandone dunque la bancarotta.

Pochi anni dopo Cozzi aprì una fabbrica in Calle delle Due Corti nel sestiere di Cannaregio presso il Canale di Cannaregio ed un negozio in Campo San Salvador.

Il fratello Vincenzo e Bonaventura Marinoni, figlio di uno dei suoi finanziatori si aggiunsero; poi Marinoni si ritirò. Nel 1791 Cozzi consegnò la sua compagnia al fratello che chiuse solo dopo la caduta della Serenissima.

Cosa rese Geminiano Cozzi un produttore di porcellana così longevo ed un uomo d’affari di successo?

In primis, quando giunse a Venezia non era solo giovane, ma anche motivato. Dai documenti risulta un personaggio anche litigioso; spionaggio, sabotaggio, concorrenza erano all’ordine del giorno nella Venezia del Settecento e nella sua vita.

Rispetto al Vezzi trovò una diversa fornitura per la sua porcellana. Il suo caolino veniva direttamente da Tretto nei pressi di Schio, per gli impasti usava gli opifici idraulici vicino al Sile; nulla veniva più importato dall’estero.  

Quindi riducendo tempi e costi di produzione.

In terzo luogo seppe interpretare bene l’esigenza della committenza veneziana di dover sostituire servizi di Meissen andati rotti. Nel Settecento le nuove bevande esotiche come caffè, cioccolata e tè necessitavano di tazzine e tazze. Cozzi riuscì ad inserirsi bene in questo mercato del ‘rimpiazzo’.

Produsse servizi da tavola, caffè, cioccolata, tè, vasi, portafiori, ma anche statuine e figurine. La scultura di piccole dimensioni, molto apprezzata nel Settecento, si emancipò dalla scultura per divenire un genere a sé.

I decori ed i motivi della porcellana di Geminiano Cozzi

Fu lui stesso il direttore artistico? Si suppone di sì. Il repertorio dei decori non fu particolarmente originale, ispirandosi spesso a motivi sassoni coevi. Vediamone alcuni.

Il tema delle Ville e ‘Bersò’

‘Bersò’ deriva dal francese Berceau indicante una pergola, architetture ed alberi sempreverdi. Già da tempo i Veneziani avevano scoperto la campagna e risiedevano nelle loro ville in terraferma. Soggetti ricorrenti erano giardini con pergole e rose centifoglie, siepi, rovine ed architetture varie.

Parte di un servizio da tavolo con il tema Villa e Bersò, Venezia, Ca’ Rezzonico

Caffettiera con violetta a tema a Bersò, Venezia, Ca’ Rezzonico

Caffettiera con violetta a tema a Bersò, Venezia, Ca’ Rezzonico, Dettaglio

Flacone in porcellana per profumo, Venezia, Ca’ Rezzonico

Il tema delle Chinoiserie ed il favoloso Catai

Favolosi dragoni, uccelli dalle lunghe code sinuose, pagode, cinesi erano soggetti molti di moda nel Settecento, non solo nelle porcellane.

Decorazioni con chinoiserie, Ca’ Rezzonico, Venezia

Il tema del ‘Blo e rosso o del Giapon’ – Imari e decoro del ‘Giapon o a Ponticelo’

L’imitazione della porcellana orientale era molto diffusa; i colori dominanti blu e rosso, oro; i temi peonie e ramoscelli di pruno.

Lo stile Imari, Ca’ Rezzonico, Venezia

Tazzina Imari con l’ancora rossa come marchio della manifattura Cozzi, Venezia, Ca’ Rezzonico

Il tema del decoro geometrico

‘A feston e cadena’, maglie trilobate formanti una sorta di ragnatela con glicini in rosso-ferro ed oro.

Esempi di tazze con il tema orientale del feston e cadena, ma con l’aggiunta veneziana di ramoscelli fioriti, Venezia, Ca’ Rezzonico

Il tema del decoro ‘a striche’

Il decoro risulta astratto, modernissimo, una serie di linee, verde, rosso e viola.

Un decoro molto moderno: a “striche” (strisce), Venezia, Ca’ Rezzonico

Geminano Cozzi morì senza eredi. I suoi eleganti pezzi di porcellana, leggeri, lucidi e durevoli ci ricordano questa storia imprenditoriale passata.

Nel 2016 Venezia ha celebrato a Ca’ Rezzonico i 250 anni dell’apertura della manifattura con la stupenda mostra ‚Geminiano Cozzi e le sue porcellane‘.

Fiona Giusto
BestVeniceGuides
www.venicetours.it

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