Venezia e i suoi gioielli: la Pala d’Oro

Giu 8, 2020arte, storia0 commenti

 

Venezia, Pala d’oro, Smalto (Cristo in Trono), Basilica San Marco

 

Venezia è una città unica nel suo genere, un museo a cielo aperto, un gioiello ineguagliabile. È ricchissima di opere d’arte di ogni genere, difficile scegliere cosa andare a vedere…

Chi visita la nostra città, però, non può tralasciare di ammirare una delle opere di oreficeria più spettacolari: la Pala d’Oro, dietro l’altar maggiore della superba Basilica di San Marco.

Si tratta di una cornice di legno di circa 2 metri di altezza e 3,30 metri di larghezza, rivestita di placche d’argento e completamente ricoperta di foglia d’oro, che ospita 255 placchette e medaglioni a smalto circondate da ben 1927 pietre preziose e semi preziose (quali perle, smeraldi, rubini, granati, zaffiri, ametiste, topazi…), le quali fanno risaltare la bellezza e l’importanza delle immagini sacre.

Già i numeri sono impressionanti! Ma la visione di quest’opera lascia il visitatore a bocca aperta, per la sua straordinaria eleganza, raffinatezza e bellezza.

La storia

La Pala d’Oro fu probabilmente commissionata nel 1105 dal Doge Ordelaffo Falier, desideroso di abbellire la Basilica di San Marco, allora cappella dogale, con un’opera d’arte preziosissima e unica. Il progetto e la realizzazione furono affidati a maestranze bizantine. Si trattava originariamente di una tavola su cui trovavano posto raffinatissimi smalti rappresentanti Cristo circondato dagli evangelisti, con Apostoli, Profeti e scene della vita di Cristo stesso.

Nel 1209, a seguito della IV crociata, la Pala venne ingrandita con l’aggiunta di altri smalti, trofei di guerra provenienti sempre da Costantinopoli.

Infine, nel 1345, la cornice fu interamente rimodernata con dettagli di gusto gotico, quasi a voler inserire i vari elementi in una immensa cattedrale trecentesca, incastonata di un numero ancora maggiore di gemme.

Venezia, Pala d’oro, Basilica San Marco, dettaglio con pietre preziose

Lo smalto

Lo smalto è una tecnica artistica molto particolare: su un supporto d’oro, suddiviso al suo interno da lamine sempre d’oro, vengono fuse paste vitree di diversi colori (procedimento cloisonné). A seconda dei colori le paste vitree presentano temperature di fusione diverse. L’immagine viene dunque elaborata per stadi, partendo dalle paste a temperatura di fusione più alta. La placchetta viene quindi più volte inserita nella fornace, colore dopo colore. Il procedimento risulta pertanto piuttosto laborioso. 

Venezia, Pala d’oro, Basilica San Marco, dettaglio con Arcangelo Michele

L’effetto finale è decisamente spettacolare: i colori sono vibranti, luminosi, intensi, non sbiadiscono nonostante il passare dei secoli, e ben si sposano con la lucentezza dei mosaici che ricoprono interamente le cupole, le volte e gli archi della Basilica.

Le tematiche

Come in una maestosa iconostasi di tradizione ortodossa, quest’opera rappresenta nel suo complesso una pagina dell’Apocalisse, secondo uno schema ben preciso: Cristo al centro, assiso sul trono, è circondato dai quattro evangelisti, proprio sotto il Trono già preparato per il Giudizio Universale e affiancato da angeli.

Dal basso verso l’alto troviamo poi la Vergine Maria con i profeti, i Dodici Apostoli proprio ai lati del Cristo, ed infine i Dodici Angeli, che si inchinano reverenti man mano che si avvicinano al Signore.

Al di sopra degli angeli, una serie di placchette quadrate racconta la storia del Figlio di Dio, mentre ai lati altri smalti, sempre di forma quadrata, rappresentano scene della vita del Santo Patrono, San Marco.

Due grandi figure tuttavia catalizzano l’attenzione lungo la verticale: Cristo stesso e al di sopra l’imponente Arcangelo Michele, quest’ultimo aggiunto in seguito alla IV crociata e quindi non elemento originale dell’opera. Le due immagini, e soprattutto l’Arcangelo, sono caratterizzate da una dovizia di dettagli eccezionalmente curati.

Proprio al di sotto, seppur di piccole dimensioni, troviamo la Vergine Maria nel suo manto blu notte, in un atteggiamento di preghiera. Ai suoi lati si notano due regali figure.

Venezia, Pala d’oro, Basilica San Marco, dettaglio con pietre preziose

In tutte queste immagini si noti lo stile: le figure sono ieratiche, maestose, si stagliano nettamente dallo sfondo dorato. Sono certo rappresentate prive di volume, ma con i loro colori così intensi e vibranti sembrano quasi materializzarsi, cercando di uscire dalla loro cornice.

Dopo la sorpresa al cospetto di un’opera d’arte tanto originale, sorgono alcune domande…

Chi sono le due figure ai lati della Madonna? Sembrano diverse da quelle delle schiere celesti…

Perché tanto splendore è rivolto verso il tabernacolo e non verso gli astanti?

Quale potrebbe essere il valore effettivo della Pala d’Oro?

Noi di BestVeniceGuides vi aspettiamo, per accompagnarvi alla scoperta di un’opera senza eguali e per rispondere a tutte le vostre curiosità.

Monica Gambarotto
BestVeniceGuides
www.guidedtoursinvenice.com

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