I cavalli di San Marco: copie o opere d’arte?
Set 14, 2020arte, curiosità e tradizioni veneziane, scultura, storia0 commenti
Nel 1982 sulla terrazza della basilica di San Marco quattro cavalli in bronzo dorato, nuovi fiammanti, sostituirono la quadriga che era stata in quel luogo per secoli. Fu il risultato di un lungo lavoro, complicato, dovuto alla necessità impellente di rimpiazzare le statue antiche.
Anche se non tutti sono d’accordo, alcuni sostengono che i cavalli antichi abbiano già 1800 anni. Agli inizi degli anni ’70 l’inquinamento dell’aria era la causa di un degrado crescente. Si calcolava che ogni volta che pioveva violentemente, la sottile foglia d’oro che ne decora il rame di cui sono fatti –eh già, se vogliamo essere corretti non si tratta di bronzo visto che la componente in stagno è bassissima–, veniva bagnata via alla velocità di 10 cm quadrati per via dell’acidità della pioggia.

La basilica di San Marco, la quadriga antica, dettaglio delle teste, Venezia
L’antica quadriga tra Costantinopoli, Venezia, Parigi e ritorno
Portati da Costantinopoli, capitale dell’impero romano d’oriente, durante il saccheggio nel 1204 e giunti a Venezia, i quattro cavalli in rame dorato divennero un simbolo di Venezia e del suo potere. Nel 1797 furono poi trafugati dal generale Napoleone Bonaparte che li portò a Parigi e li fece posare sull’Arco di Trionfo Carrousel di fronte al Museo del Louvre dove rimasero fino al 1815 quando lo stesso generale, oramai imperatore, perse tutto.
Pronto a usare i fucili per sparare contro i parigini in rivolta che volevano tenerseli a Parigi, l’esercito asburgico aiutò Antonio Canova, il “monument man” italiano, a riportarsi i cavalli a Venezia con altre spoglie di guerra e a rimetterli sul balcone di San Marco dove rimasero fino al 1977.
La fonderia artistica Battaglia di Milano
La società che fu incaricata delle copie fu la fonderia artistica Battaglia di Milano. La fonderia esiste tutt’ora: https://www.fonderiabattaglia.com e sin dal 1913 è un’eccellenza italiana nella lavorazione a cera persa.

Sulla terrazza della basilica di San Marco, Fonderia Artistica Battaglia di Milano, dettaglio dello zoccolo di uno dei cavalli, 1978, Venezia
In fonderia sono stati gentilissimi a rispondere alle mie domande e mi hanno mandato tutte le informazioni in loro possesso. Sfortunatamente, nessuna delle persone che lavorarono a quelle copie è ancora in fonderia per raccontare la loro storia. E sembra essere comune per i fonditori non tenere molta traccia delle loro opere negli archivi.
Come i fonditori della Fonderia Battaglia hanno creato le copie dei cavalli di San Marco
Anche se non è stato possibile parlare ai fonditori, è piuttosto chiaro che quello che hanno fatto non è stato facile. Se si vuole fare una buona copia, bisogna conoscere molto bene l’originale. Per cui, come erano le teste e le zampe dei cavalli originariamente posizionati? E i collari? Trovate le differenze tra il mosaico datato dopo il 1265 sulla facciata della basilica di San Marco e il dipinto di Gentile Bellini del 1496 alle Gallerie dell’Accademia:

Porta di Sant’Alipio, Facciata della basilica di San Marco, ca. 1265, dettaglio del mosaico, Venezia

Gentile Bellini, Processione in Piazza San Marco durante la festa del Corpus Domini, 1496, Gallerie dell’Accademia, Venezia
Oggigiorno le tecniche per le sculture a cera persa sono più sofisticate e i fonditori possono fornirsi di scanner 3D o di una speciale colla siliconica che permette di ricreare nei più minimi dettagli le statue in metallo. Negli anni ’70 invece, la tecnica usata era molto simile a quella che gli artisti utilizzavano secoli fa, artisti del calibro di Benvenuto Cellini o gli stessi che hanno creato i celeberrimi Bronzi di Riace.
I fonditori della Fonderia Artistica Battaglia sono partiti dal calco in gesso. Dal momento che non era disponibile lo stampo del calco, hanno dovuto stabilire dei punti fissi nell’opera antica per poi procedere alla creazione della copia in gesso. Una gabbia di fili e barre in ferro è stata costruita per prima, poi sono stati aggiunti degli strati in paglia e gesso. Con l’aiuto di un pantografo, i punti fissi sono stati riportati sul modello così da creare una riproduzione geometricamente fedele. Usando una gelatina liquida speciale (oggi sostituita dalla gomma siliconica) per creare un modello cavo al suo interno, si è poi gettata la cera assicurandosi che lo spessore della cera fosse dello stesso spessore del bronzo.
Dettagli della fabbricazione a cera persa
Per essere più precisi, ecco i vari passaggi del lavoro.
Per prima cosa, per creare un modello in cera partendo dal modello in gesso, il modello in gesso è stato coperto d’argilla. Sopra l’argilla sono state create due valve in gesso. Poi, l’argilla è stata attentamente rimossa e le due valve sono state unite con il modello al suo interno. Tra le valve e il modello è stata gettata la gelatina liquida che è andata a porsi dove prima c’era l’argilla. Una volta che la gelatina si è indurita, uno strato spesso 5 millimetri di cera rossa è stato posto all’interno dello stampo.
Sono occorsi giorni per preparare gli stampi sciogliendo la cera e finalmente è stato fatto il getto in bronzo dove era posta la cera. Esattamente come quando si fonde una campana, così anche gli stampi dei cavalli marciani sono stati posti sotto terra così da porre resistenza alla pressione metallostatica del bronzo fuso.

Uno dei cavalli moderni in bronzo sulla terrazza della Basilica di San Marco, Venezia
Quali preferite? Le copie dei quattro cavalli o le statue antiche?
Le copie sono una leggermente diversa dall’altra. Non riproducono con fedeltà quello che ha modificato le statue antiche incidentalmente. Sono fatte in una lega di rame, zinco, stagno e tracce di piombo. Intenzionalmente non sono dorate come le antiche.

Sullo sfondo il campanile di San Marco; uno dei cavalli moderni in bronzo sulla terrazza della basilica di San Marco, Venezia
Che meraviglia. Può essere che le nostre emozioni, osservando le copie, siano diverse da quelle che proviamo di fronte alle sculture antiche. Forse troverete le copie meno raffinate. Ma non dimentichiamoci che si stanno sacrificando per permetterci di gioire di quelle antiche ancora a lungo. E infine, sono fatte anche loro a mano e sono il risultato di un’eccellenza italiana, non solo per la tecnologia ma anche per la sensibilità artistica.
Luisella Romeo
BestVeniceGuides
www.seevenice.it
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