Carlo Scarpa ed il suo intervento di risistemazione del piano terra del Palazzo Querini Stampalia
Ott 26, 2020architettura, arte0 commenti
Il Palazzo Querini Stampalia nei pressi di Santa Maria Formosa venne generosamente donato a fine Ottocento dall’ultimo discendente di questa famiglia ‘apostolica’, Giovanni Querini, alla città di Venezia, ‘ad uso pubblico’.
Il primo piano nobile ospita la Biblioteca (il ‘Gabinetto di Lettura’ voluta dall’ultimo Querini) ed il secondo piano lo splendido museo, una casa-museo, unica nel suo genere con arredi, dipinti di Bellini, Longhi, lampadari in vetro di Murano ed un bel servizio di porcellana di Sèvres (di cui ho brevemente trattato qui http://www.venicetours.it/alcune-curiosita-sul-servizio-di-porcellana-di-sevres-esposto-alla-querini-stampalia/).

Portego del palazzo Querini Stampalia
Carlo Scarpa
La fondazione omonima nella figura del direttore Manlio Dazzi chiese nel 1949 all’architetto veneziano Carlo Scarpa di ripensare e risistemare l’entrata ed il giardino.
Solo un decennio dopo iniziò la effettiva collaborazione tra questo geniale architetto veneziano del Novecento Carlo Scarpa e la Fondazione Querini Stampalia, Gino Luzzato, presidente e Giuseppe Mazzariol, il nuovo direttore.
Carlo Scarpa aveva già nel suo curriculum la collaborazione con la ditta muranese Venini in qualità di direttore artistico, capolavori come il restauro di Ca’ Foscari (vetrata giustapposta alla polifera), il padiglione del Libro nei Giardini della Biennale, il negozio Showroom Olivetti in Piazza San Marco solo per citare alcuni interventi, nonché molti allestimenti, la mostra del Bellini a Palazzo Ducale, le Gallerie dell’Accademia, la Gipsoteca Canoviana.
Carlo Scarpa ridisegnò in primis l’ingresso alla Fondazione con il suo ponte ‘zoppo’, con la curiosa soluzione di accedere attraverso una vecchia finestra al piano terreno del palazzo.
Ora non ci soffermiamo sulla struttura e sui dettagli di questo magnifico ponte, leggero, atipicamente veneziano, o sullo stemma Querini o sull’installazione di Kosuth in facciata, ma immaginiamo di procedere passando attraverso la porta al piano terra, come si poteva fare fino a poco tempo fa.
Ora si accede all’area Scarpa dal Campo Santa Maria Formosa e dal ponte di Mario Botta.
Ingresso e pavimento
La prima sensazione entrando è che una mano invisibile abbia tolto da un sacco tante tessere di pietre preziose e le abbia sparse sul pavimento.

Pavimento dell’ingresso scarpiano
Si tratta di una serie di elementi marmorei quadrati che in maniera apparentemente casuale, ma armoniosa si sono depositati sul suolo. Sembra un prezioso tappeto di marmo di 4 colori, bianco, arancio, rosso porfido e verde, quasi una scacchiera, con inserti quadrati o rettangolari o ad elle.

Dettagli del pavimento d’ingresso scarpiano
Il pavimento sembra vibrare …
Come tutti i tappeti anche questo ha un inizio ed una fine, non delle frange ma un bordo contenitivo bianco che ricorda i bordi dei ponti e delle finestre a Venezia.
Poi scorgo oltre il bordo come noi siamo parte del tappeto staccati dalla parete e sollevati dall’acqua che potrebbe entrare attorno a noi. Il tappeto ci protegge con una leggera curvatura verso l’esterno, creando un senso di sicurezza.

Bordo del pavimento
Le pareti sono rivestite, ma non completamente, con pannelli dalle forme rettangolari; sono pannelli di calce bianca. Ciascun pannello è distanziato dalla parete attraverso delle staffe ed ha un bordo in acciaio nero, una sorte di cornice, che lascia intravedere la parete sottostante.

Parete occidentale con vecchio ingresso
A destra si intravvede quello che era il vecchio ingresso al palazzo.

Parete verso vano scale e occidentale con vecchio ingresso
Il soffitto è basso, in blocchi, in stucco rosso, tirato a spatola. Il colore rosso conferisce un tono di calore ad un ambiente senza dubbio accogliente.
Il restauro di Carlo Scarpa ci accompagna passo passo, inconsciamente seguiamo le direttive della sua geniale mano che ci conduce oltre.
Proseguendo avanti si raggiunge il vano scale con le bellissime alzate e pedate, il corrimano, i pannelli con gradoni che non seguono la scala, le ante delle finestre.
Il mio sguardo però si volge a sinistra all’arco che conduce alla sala successiva, quella con la doppia porta sul canale.
Una meraviglia! L’arco rinascimentale è valorizzato da un arco in cemento che ne segue l’andamento…
Che maestria!

Arco rinascimentale affiancato dall’arco in cemento a palazzo Querini Stampalia
Il passaggio dall’antico al moderno è delicato e fluido, è un tutt’uno, eppure nulla toglie all’altro. L’attenzione di Scarpa per dettagli e qualità dei materiali porta ad una perfetta integrazione tra antico e moderno.
Attraversando l’arco in questione si raggiunge l’ambiente antistante le due porte in ferro con le scale falsate, da lì attraverso porta di vetro si accede alla Sala Luzzato e si intravvede il giardino.
Avete voglia di visitare con attenzione anche questi ambienti, la Sala Luzzato, il giardino e vivere queste sensazioni?
Vi aspetto!
Fiona Giusto
BestVeniceGuides
www.venicetours.it
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