La Corte Mazzariol: Mario Botta ed il suo intervento a Palazzo Querini Stampalia

Apr 25, 2021architettura, palazzo, personaggi illustri0 commenti

 

L’intervento dell’architetto svizzero Mario Botta a Palazzo Querini Stampalia si è protratto per quasi tre decenni. Botta ha ridisegnato gli spazi della omonima Fondazione che è riuscita ad ampliarsi nel corso del tempo, acquisendo in momenti  diversi vari stabili sul lato orientale del palazzo cinquecentesco.

Botta ha progettato dunque il nuovo ponte, ben visibile dal campo Santa Maria Formosa, l’ingresso, il corpo scala con gli ascensori, il guardaroba, la biglietteria, il bookshop, l’auditorium e la corte intitolata a Giuseppe Mazzariol.

Mario Botta, il nuovo ponte a Campo Santa Maria Formosa, Venezia

In questo post vorrei presentarvi i tratti salienti solo di questa stupenda corte: il nuovo baricentro, il punto di raccordo e snodo tra i vari ambienti della Fondazione.

Mario Botta

Nato nel 1943 a Mendrisio, nel Ticino, Mario Botta si formò inizialmente a Lugano e Milano, poi nel 1964 giunse a Venezia, dove frequentò lo IUAV l’Istituto Superiore di Architettura fino al 1969.

Da studente aveva frequentato assiduamente la Biblioteca Querini Stampalia, specie nelle lunghe e fredde serate invernali. Ricorda le sale di lettura ben riscaldate, divise tra femmine e maschi, e le riviste di arte, storia ed architettura.  Quale veneziano non ha trascorso almeno qualche ora seduto ai tavoli in legno di noce con lampada Venini disegnata da Carlo Scarpa?

Botta fece poi ritorno a Lugano e dal 2011 la sede del suo studio è a Mendrisio, scelta voluta, ritenendo che sarebbe stato bello lavorare lì dove era nato.

Nel 1993 l’allora direttore Giorgio Busetto chiese a Botta aiuto nel progetto di ristrutturazione delle nuove acquisizioni e redistribuzione di spazi e funzioni della Fondazione.

Botta aderì subito con entusiasmo e generosità, sentendolo come ‘un atto di dovuta riconoscenza’, una sorta di ‘restituzione di un prestito d’onore’, trattandosi di ‘spazi conosciuti, spazi amici’.

Il nuovo ingresso venne spostato per sottrarre pressione all’ingresso scarpiano con la creazione del ponte direttamente dal campo Santa Maria Formosa, la cui inaugurazione segnò la conclusione dei lavori nel 2013.

Mario Botta, dettaglio del nuovo ponte a Palazzo Querini Stampalia, Venezia

Attraversando poi due ambienti compressi, si apre in maniera quasi inattesa, alta e luminosa, la corte.

Intervento Corte Mazzariol del Palazzo Querini Stampalia (2001-2004)

Giuseppe Mazzariol era stato l’uomo che a fine anni Cinquanta aveva persuaso il Consiglio di Presidenza della necessità del riordino del fatiscente piano terra da parte di Carlo Scarpa (vedi mio post https://bestveniceguides.it/2020/10/26/carlo-scarpa-ed-il-suo-intervento-di-risistemazione-del-piano-terra-del-palazzo-querini-stampalia/).

Mazzariol era stato l’amico e mentore del giovane Botta al quale durante gli anni veneziani di studio aveva fatto conoscere ed amare Venezia durante lunghe passeggiate.

Il cortile è il risultato di due vecchie corti che sono state unificate, coperte da un lucernario di vetro con tendaggi di lamiere forate.

Mario Botta, la Corte Mazzariol a Campo Santa Maria Formosa, Venezia

Le citazioni dell’intervento di Carlo Scarpa balzano subito agli occhi.

Il pavimento è formato da tessere, più grandi rispetto a quelle scarpiane; sono 3 e non 4 tessere, in pietra grigia scura di colombino levigato opaco, pietra di Istria o marmo di Verona,  (15 cm x 15 cm), mai più di 2 pezzi di colore assieme.

Mario Botta, dettaglio del pavimento a Palazzo Querini Stampalia, Venezia

Il tappeto qui è stato chiuso da una fascia più larga (rispetto all’area scarpiana) di marmo nero che incornicia il pavimento e che si ritrova nella restante pavimentazione del piano terra, nelle porte e nello zoccolo.

Lo zoccolo lambisce quasi i davanzali delle finestre.

Mario Botta, zoccolo a palazzo Querini Stampalia, Venezia

Le mura perimetrali sono rivestite a intonaco cocciopesto.

Altra citazione scarpiana sono i pannelli di rivestimento delle pareti in intonaco di calce rasata. Si intravvede la parete in mattone sottostante.

Mario Botta, parete della corte a Palazzo Querini Stampalia, Venezia

La sua forma tende ad essere geometrica, precisa, riconoscibile. Le campiture tra le finestre ripropongono anche al primo piano pannelli di rivestimento; al piano terra sono bianchi, al primo presentano rifinitura in grassello di calce tinta ghiaccio.

Le finestre sono quelle preesistenti della corte, in terra battuta fino agli anni ‘90, che ha mantenuto anche la sua vera da pozzo, ora non più in asse.

Anche lo spazio architettonico vuoto orienta come testimonia la corte; la chiarezza geometrica ed espressiva sottolinea l’assetto distributivo.

La luce naturale

La luce da Scarpa proviene dall’acqua, viene veicolata e riflessa dall’acqua, qui dal lucernario grazie al velario metallico, una lamiera presso-stirata microforata (che ricorda la vetrata dietro altare maggiore della cattedrale Résurrection costruita da Botta ad Evry).

La luce penetra attraverso i fori, il cui allineamento varia costantemente e quindi i tendaggi forati sovrapposti creano questo effetto moirè ed apparente movimento.

Mario Botta, lucernario a Palazzo Querini Stampalia, Venezia

La parte superiore risulta chiusa, ma al tempo stesso la luce filtra. I riflessi dell’acqua si sono capovolti, si ritrovano sul cielo.

Spesso nelle opere di Botta Il tetto diviene trasparente, l’interno viene inondato da luce, diversa da stagione a stagione ricordandoci il tempo che scorre.

I ritmi sono importanti, giorno e notte, estate ed inverno. L’architettura deve fare i conti con il microcosmo, si ricerca l’armonia tra il costruito e l’ambiente naturale. L’integrazione di questi elementi porta allo spazio architettonico come insegnava uno dei suoi maestri, Frank Lloyd Wright.

Contesto, forma, spazio

Botta si è confrontato con molte tipologie edilizie. In primis ha sempre valutato la relazione dell’edificio con il sito. L’architettura non è necessariamente arte, ma una modifica umana, artificiale dell’ambiente con l’intento di stabilire un nuovo equilibrio armonico. Da qui la necessità di conoscere il territorio dove si opera. Alla Querini la riqualificazione è stata resa ancora più complessa per il contesto veneziano vincolante nonché per la durata del progetto che è andato di continuo aggiornandosi con forzati aggiustamenti e nuove strategie.

Avete voglia di scoprire anche gli altri ambienti nei quali è intervenuto Mario Botta con me? Vi aspetto!

Fiona Giusto
BestVeniceGuides
www.venicetours.it

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