Il teatro San Grisostomo detto Malibran: pillole di Storia dell’Opera lirica a Venezia
A volte andiamo semplicemente a teatro senza pensare a quante storie stanno dietro a uno spettacolo, sia esso un’opera lirica o una commedia o un concerto.
Venezia è sempre stata ed è innovativa anche in questo campo.
Paul Atkin – musicologo e imprenditore inglese – vorrebbe ricostruire a Venezia proprio il teatro San Cassian, capostipite dei teatri a pagamento. E sarebbe davvero un risultato eccezionale, degno della storia della Serenissima. Oggi vi parlo di uno dei teatri più importanti di Venezia, forse lo conoscete già.
Il teatro San Grisostomo detto Malibran
La tradizione tramanda che il primo teatro ad ospitare uno spettacolo operistico a Venezia fu quello in un palazzo appartato dei Tron a San Cassian dedicato ad Andromeda di Benedetto Ferrari (virtuoso della tjorba, uno strumento simile al liuto) e Francesco Manelli, ma nella stessa zona c’era un altro teatro sponsorizzato da Alvise Michiel. Prima ancora ci furono rappresentazioni nella Villa del Catajo, vicino a Padova (1638), quando un gruppo di cantanti romani si esibì in un torneo che voleva rappresentare la storia di Ermiona e Cadmo. Tutti pagavano un bollettino o biglietto: nobili, borghesi, mercanti, popolo. Andromeda era basata sul virtuosismo dei cantanti, per i ballerini e per le invenzioni scenografiche sensazionali.

Villa del Catajo, colli Euganei, Padova

Villa del Catajo, colli Euganei, Padova

Villa del Catajo, colli Euganei, Padova, dettaglio decorazione interna
Anche Mantova con l’Orfeo di Claudio Monteverdi era stata una città all’avanguardia in campo musicale prima di Venezia e fu in quell’occasione che si stampò il primo libretto (1607). Se vi interessa la storia degli strumenti musicali e della musica, leggete anche quanto scrive Loredana Giacomini nel suo post dedicato al museo del Conservatorio Benedetto Marcello della nostra città, mentre Barbara Tasca ha scritto delle Compagnie della Calza che organizzavano spettacoli e feste.
I Grimani di Santa Maria Formosa risposero con la creazione del Teatro di San Giovanni e Paolo (1639) e il Teatro Novissimo che durò solo tre stagioni. In quest’ultimo teatro operò Jacopo Torelli da Fano, che si trasferì presto a Parigi, su invito del Re e del celeberrimo Cardinal Mazarino. Questo teatro non fu sostenibile economicamente per due motivi: il costo degli apparati scenici e dei cantanti famosi e la guerra turca.
Zuanne Grimani inaugurò un secondo teatro dedicato alla commedia a San Samuele e presto il terzo teatro San Grisostomo (1678-79) aprì in una zona della città più centrale, vicino a Rialto. Fu costruito in soli quattro mesi. Parliamo della zona in cui visse Marco Polo, il leggendario mercante ed esploratore del ‘300. La prima opera qui rappresentata fu Vespasiano di Giulio Cesare Corradi su musica di Carlo Pallavicino.

Teatro Malibran, Venezia, esterno

Teatro Malibran, Venezia, Foyer
Fu l’avvocato Marco Faustini a fungere da impresario teatrale e manager. Suo fratello Giovanni era poeta e librettista, inoltre conosceva bene l’ambiente dei cantanti che venivano invitati alle varie corti con la speranza di fare fortuna e diventare famosi, ma anche di carpire segreti diplomatici.
La sala del teatro fu per un secolo sempre uguale: a forma semiellittica o a ferro di cavallo, i palchi a forma di alveare, all’italiana. Era considerato un teatro molto solido. Il lampadario al San Grisostomo calava dall’arcoscenico prima e dopo lo spettacolo: era alto quattro metri.

Soffitto del teatro Malibran, Venezia

Soffitto del teatro Malibran, Venezia, dettaglio
Marco Faustini era molto capace nella gestione economica dei teatri, ma fu licenziato da Zuan Carlo Grimani. Zuan Carlo accoglieva spesso ospiti stranieri famosi in visita a Venezia, in particolare il Gran Duca Ferdinando di Toscana, che aveva abdicato ed era un mecenate musicale, tanto che lanciò il giovane Georg Friedrich Händel, aveva alla sua corte paggi, castrati, musici e credeva nel turismo musicale. Assoldò il cembalaro padovano Bartolomeo Cristofori.
Molti viaggiatori stranieri importanti visitavano questo teatro che era simbolo del lusso veneziano e voleva mantenere una doppia vocazione: rendere classici i momenti di interpretazione della modernità ed essere capace di interpretare la classicità.
L’opera rappresentava il centro della festa barocca in cui si sfoggiava eleganza, fasto e si mostravano prestigio e ricchezza, tanto che proprio in questo teatro nacque la guerra dei palchi. Era simile a quanto noi abbiamo chiamato febbre del sabato sera alla fine degli anni ’70 del Novecento e coinvolgeva tutti gli strati sociali. Le persone si contendevano l’affitto di un palco per una sera o per tutta la stagione. Si aprirono cause legali tra membri della stessa famiglia o anche tra sconosciuti per un palco o anche per pagamenti insoluti. Per questo il Consiglio dei X introdusse il pagamento di somme di denaro a garanzia e i palchi diventano moneta di scambio.
Vincenzo Grimani, fratello di Zuan Carlo, fece una carriera politico-ecclesiastica importante, diventando Cardinale a soli 42 anni per decisione di papa Pignatelli, Innocenzo XII, che soffriva di idiosincrasia per la musica.

Vincenzo Grimani, (da Wikipedia)
Visse a Roma e a Napoli, dove fu viceré di Napoli ed ebbe accesso agli archivi musicali del Regno, poté importare molti celebri cantanti a Venezia, il teatro San Grisostomo diventò la rampa di lancio dei più abili talenti musicali dell’Europa di allora. Poco tempo prima di morire Vincenzo Grimani diede vita al libretto dell’opera Agrippina, musicata da Händel, che ebbe ventisette repliche e fu simbolo di grandiosità e ricercatezza (1709). Il compositore fu portato a spalla dagli spettatori entusiasti fuori dal teatro.

Händel
Fu presente a Venezia anche il famoso castrato napoletano Carlo Maria Broschi detto Farinelli per circa sei anni. Era nato in Puglia e visse con la famiglia a Napoli, dove studiò con Porpora. Gli fu dato il soprannome Farinello dal momento che spesso si esibiva presso l’illustre famiglia dei Farina, come riporta la prima biografia del cantante stampata proprio a Venezia nel 1784.

Jacopo Amigoni, Ritratto di Carlo Broschi detto Farinelli, Bucarest, Museo Nazionale d’Arte.
Nella prima metà del Settecento ospitò i melodrammi di Apostolo Zeno e di Pietro Metastasio. Questi due poeti furono entrambi poeti di corte a Vienna. Le loro storie raccontavano l’amore, la famiglia, l’amicizia, non più solo storie mitologiche.
Frequentò spesso questo teatro Jean Jacques Rousseau che ne rimase estasiato e rivelò di essersi addormentato beato al suono della musica armoniosa e indimenticabile. Riuscì addirittura a far eseguire dall’orchestra delle sue composizioni tratte dalle Muses galantes e ricordò la danzatrice Bettina che si esibì insieme alla magnifica orchestra.
Carlo Goldoni vi operò come librettista poiché il teatro San Samuele dove lui operava era andato a fuoco e questa situazione fu vissuta come simbolo di decadenza: si pensava all’epoca che le commedie fossero un genere teatrale meno nobile.
Nella seconda metà del Settecento vi fu un famoso specialista in specchi di nome Antonio Codognato che propose un nuovo sistema di illuminazione del teatro e la creazione di 60 nuovi palchi.
Con la fine della Repubblica il teatro San Grisostomo diventa Teatro Civico e nell’Ottocento cambia nome e padrone e verrà inaugurato il loggione nel 1819. Nel 1834 il teatro fu riaperto con il nome di Emeronittio (il proprietario si chiamava Giovanni Gallo) e fu leggendaria la presenza di Maria Garcia Malibran (Parigi1808- Manchester 1836), un vero mito vivente della lirica, che si esibì gratuitamente nella Sonnambula di Bellini (8 aprile 1835). A Venezia si muoveva a bordo di una gondola inconfondibile.

Maria Malibran

Maria Malibran
Suo padre aveva cantato a Napoli insieme alla futura moglie di Gioacchino Rossini. E Rossini la fece debuttare a Londra durante un’indimenticabile serata alla quale partecipò tutta la nobiltà inglese e fu eseguita in prima assoluta la cantata Il pianto delle muse in onore di Lord Byron (1824), ma fu a Parigi che lei diventò la Malibran.
Nella seconda metà dell’800 vi fu una famosa rappresentazione della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi con le scenografie di Pietro Bertoja, con il coro del teatro alla Scala, la Cavalleria Rusticana di Mascagni e Zingari di Leoncavallo agli inizi del ‘900. A fine Ottocento in questo teatro andavano per la maggiore gli spettacoli di operetta.
Tra il 1913 e il 1919 il teatro fu completamente ricostruito su progetto di Mario Donghi. Fu inaugurato nel dicembre 1919 con la rappresentazione dell’Otello di Verdi.
In tempi recenti si ricorda la prima assoluta di Cailles en sarcophage di Salvatore Sciarrino in collaborazione con la Biennale Musica. Impossibile dimenticare gli spettacoli di Carolyn Carlson Undici Onde e Underwood(1981) e gli spettacoli di Pina Bausch (1983). E la storia continua … l’ultima volta che sono stata al Malibran ho potuto ammirare un balletto su Peggy Guggenheim!

Carolyn Carlson

Pina Bausch

Locandina per la riapertura del Teatro Malibran, Venezia 2020
Venite a trovarci presto e noi BestVeniceGuides vi faremo scoprire non solo il Malibran, ma anche gli altri teatri veneziani e chi porta avanti i mestieri legati al teatro contemporaneo.
Piacere di stupirvi.
Stefania Colecchia
BestVeniceGuides
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