La peste a Venezia è stato un flagello fino a tutto il XVIII secolo. I rimedi ingegnosi e le politiche sociali adottate dal governo furono all’avanguardia, eppure le vittime sono state centinaia di migliaia. Cosa può visitare un turista oggi in città che abbia un riferimento alla peste?
Nei giorni in cui è vietato uscire di casa per l’emergenza del Covid-19, una guida turistica racconta dalla Giudecca quello che vede fuori dalla finestra di casa, in particolare l’armonia della chiesa del Redentore costruita alla fine della pestilenza del 1575 e i suoi campanili, che ricordano l’architettura islamica di Istanbul.
La Pietà è un’istituzione veramente emozionante dalla sua nascita, nel lontano 1346, quando i bambini piccoli, inizialmente solo di famiglie povere, venivano abbandonati sulle strade di Venezia, città che, come altre, ha sofferto di questa piaga. Ma è emozionante anche per i suoi straordinari sviluppi, musicali e non, legati sia alla generosità privata e pubblica, che alle competenze promosse tra le sue “figlie” grazie alla maestria di compositori e musicisti come Vivaldi, che ha loro dedicato quasi quarant’anni della sua vita.
Venezia è una città dalla grandissima vocazione musicale sia oggi che in passato. In questo itinerario ritroviamo alcuni spunti per conoscerne i luoghi, gli strumenti e le tradizioni più varie, da quelle teatrali a quelle volte all’assistenza sociale.
Il 21 novembre è la festa più amata dai veneziani, la festa di Santa Maria della Salute. Dopo la drammatica epidemia di peste del 1630 venne costruita una chiesa straordinaria a cui tutta Venezia si rivolge ancora oggi in un sentito, scenografico pellegrinaggio attraversando il ponte di barche sul Canal Grande.
L’Istituto Provinciale per l’Infanzia “Santa Maria della Pietà”: un aspetto importante di continuità nella Venezia di ieri e di oggi nell’accoglienza, assistenza ed educazione dei bambini abbandonati e bisognosi di cure.
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